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Vini Fioretti Brera: biologicamente locali!

Vini Fioretti Brera: biologicamente locali!

Dobbiamo ammettere di essere molto fortunati.

A quanti infatti capita di avere un’azienda come Fioretti Brera nella propria città?

A noi sì, e quando abbiamo una fortuna così dobbiamo per forza far tornare indietro all’universo il nostro grazie, sostenendola!

Emanuela e Paolo ci hanno accolto in un modo che ci ha fatto sentire speciali ed ascoltare la loro storia e

vedere i loro occhi mentre la raccontavano è stata un’esperienza importante. Fondamentale per noi

sicuramente, visto che il nostro percorso come negozianti ci ha fatto buttare nel cassonetto i vecchi libri di

psicologia dei venditori e ci ha fatto abbracciare invece la narrazione di chi e cosa c’è dietro ogni singolo

prodotto che trovate sui nostri scaffali. Fioretti Brera nasce da un terreno e una passione, la terra era di

proprietà della famiglia di Emanuela e la passione era di Paolo. “Noi ci proviamo, al massimo ce lo berremo

a casa” hanno pensato, ma il loro provare non è stato un provare senza impegno, al contrario. Avevano le

idee ben chiare: il vino doveva essere biologico, come anche i terreni che circondavano i loro vigneti,

cosicché non ci potesse essere il rischio di contaminazioni; inoltre i solfiti aggiunti al vino dovevano essere il

minimo indispensabile.

Appena arrivati in azienda ci hanno portato oltre la collina a vedere la vigna del loro primo vino, ma anche il

più pregiato, ovvero il Rigo 23, un Montepulciano in purezza che si chiama così perché i filari che

compongono il vigneto sono appunto 23. Questo vino è un Conero DOCG Riserva, ed ha vinto numerosi

premi ed è stato definito dal Gambero Rosso “un piccolo capolavoro”. Visto che l’inizio è andato così bene,

perché non andare avanti? E da lì non si sono più fermati.


Nella cantina abbiamo potuto vedere poi tutti i sistemi di maturazione del vino, come le botti di acciaio e le

giare, ma anche molte bottiglie, che già conoscevamo bene, visto che lo stile delle etichette è

inconfondibile. Il nome di ogni vino ha una storia, d’altronde dare un nome a un vino è come darlo a un

figlio. Tra i rossi oltre al Rigo 23 troviamo il Faustì, per esempio, anch’esso Montepulciano, e che prende il

nome da Fausto, il padre di Emanuela, che abbiamo avuto il grande piacere di conoscere. Poi ci sono i rosati

e i bianchi, quindi l’Alba, l’Arghilos e il Sankara. Ma non ci si ferma qui, perché quando c’è la passione ci

sono anche i progetti, e abbiamo avuto il privilegio di assaggiarne ben due.

In cantiere infatti ci sono due vini, un bianco e un rosso, che hanno ben definito vini “vivi” perché sono

senza solfiti aggiunti. I solfiti danno una stabilità al vino, senza i solfiti il vino “vive”, cambia, si modifica, ed

è una bella sfida per i produttori quella di creare un prodotto così, per quanto già nei vini di Emanuela e

Paolo i solfiti fossero davvero pochi, tanto da non dare fastidio a chi non li sopporta, parola dei nostri

clienti!



Insomma, abbiamo trovato due persone appassionate e di rara gentilezza, che fanno le cose con il cuore e

che hanno creato qualcosa che va oltre. Questo è importante da sottolineare: aziende come Fioretti Brera

fanno bene anche alla comunità in cui vivono. È di questa fortuna che parlavamo all’inizio, quella di avere

nella nostra città qualcuno che si preoccupa di coltivare in biologico, e di far sì che intorno al proprio campo

venga usata la stessa accortezza. Di non usare sostanze chimiche che poi respiriamo sia noi che i nostri figli.

Che stanno addirittura sperimentando l’allevamento dei lombrichi per produrre concime totalmente

naturale e fertilizzare con quello le loro vigne come si fa in biodinamica, creando un circolo virtuoso e

sostenibile.

Se volete sostenere l’azienda Fioretti Brera e farvi anche un regalo, trovate tutti i vini nei negozi

Biologicamente e (spoiler!) presto ci sarà anche la possibilità di gustarli in cantina... seguiteci, vi terremo aggiornati