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Le Marche sono meravigliose

Le Marche sono meravigliose

“Le Marche sono meravigliose” ci siamo detti nella strada verso Apiro.

L’Azienda Agricola La Coccinella è immersa nel verde. Da una parte il Monte San Vicino in tutta la sua maestosità, dall’altra una distesa immensa in mezzo alla quale si vede una macchia bianca in movimento, che poi scopriamo essere proprio le oltre 200 pecore della famiglia Micozzi.

Qui si produce un pecorino delizioso, che sa di casa e di famiglia, perché i sapori della tradizione, quando sono fatti con cura, danno conforto. Questa è la sensazione quando mangiamo i formaggi de La Coccinella e questo ci aspettavamo di trovare andandola a visitare, ma abbiamo trovato molto di più, perché abbiamo trovato una famiglia meravigliosa che ci ha fatto sentire come se anche noi fossimo parte di essa e questo è sempre un valore aggiunto.

La famiglia è quella di Federica, la giovanissima titolare dell’attività, che una volta finita la scuola secondaria a 18 anni decide di seguire la sua passione per la natura e per la campagna prendendo le redini dell’azienda di famiglia. Da subito decide di prendere la certificazione biologica e adesso, all’età di 23 anni, gestisce il suo piccolo caseificio che è proprio accanto alla casa dove vive con la sua famiglia.


Lavora spalla a spalla con suo padre Francesco, originario di Visso, che le ha trasmesso l’amore per questo lavoro e che ogni giorno cerca di tramandarle tutta la sua esperienza. Francesco si occupa infatti della mungitura, 2 volte al giorno tutti i giorni dell’anno, mentre Federica gestisce tutto quello che succede dopo: l’abbattitura del latte, l’aggiunta dei fermenti, la cagliata, la salatura e la stagionatura. E ovviamente, la vendita. Si occupa anche della scelta degli ingredienti nel caso del pecorino aromatizzato, per esempio nel suo pecorino al tartufo, il tartufo è quello biologico di Acqualagna.

“Le domeniche o i giorni di festa non esistono per gli animali, quando fai un lavoro come questo non puoi fermarti, ma è la nostra vita da sempre e l’abbiamo scelta con coscienza” dice Federica, che tra l’altro ha una sorella che vuole diventare veterinaria. L’amore per la campagna e gli animali insomma ce l’hanno nel sangue e per quanto possa sembrare dura da fuori, basta guardarli e vedere che i loro visi sono sereni e il loro legame familiare è incredibilmente forte e genuino.

L’esperienza del babbo Francesco si vede soprattutto nell’accudimento degli animali, i quali vengono alimentati solo con l’erba del loro campo e il fieno e l’orzo prodotto da loro in azienda. Hanno scelto di non utilizzare mangimi o mais. “I mangimi ci permetterebbero di aumentare la produzione di latte, ma poi il formaggio non verrebbe così buono, dovevamo scegliere e alla quantità abbiamo preferito la qualità” e questo è il motivo per cui arrivano da tutte le città vicine per comprare il pecorino della Coccinella.


“E con il Covid e le città chiuse come avete fatto?” abbiamo chiesto. “Non è stato facile, ma ci siamo subito adattati e impegnati con le consegne a domicilio, e da una parte è stato bello vedere città che non avevamo mai visitato e soprattutto veder tornare le persone a cui avevamo consegnato” ci ha risposto Federica.

Dopotutto, La Coccinella è un’azienda, e come tutte le aziende ha costi, responsabilità e burocrazia da dover gestire e che porta via tempo tanto quanto il lavoro vero e proprio. Questo per dire che non è per niente scontato fare dei cambiamenti repentini in situazioni di necessità e non è nemmeno scontato avere spirito di innovazione, perché in fondo fare le cose come si sono sempre fatte è sicuramente più comodo. La piacevole sorpresa è stato trovare sia la dedizione al lavoro e la capacità di adattamento e di abbracciare il cambiamento, ma anche la forza e la voglia di rinnovarsi mettendo al centro dei valori quello della qualità dei prodotti.



Alessia Tornatola
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Vini Fioretti Brera: biologicamente locali!

Vini Fioretti Brera: biologicamente locali!

Dobbiamo ammettere di essere molto fortunati.

A quanti infatti capita di avere un’azienda come Fioretti Brera nella propria città?

A noi sì, e quando abbiamo una fortuna così dobbiamo per forza far tornare indietro all’universo il nostro grazie, sostenendola!

Emanuela e Paolo ci hanno accolto in un modo che ci ha fatto sentire speciali ed ascoltare la loro storia e

vedere i loro occhi mentre la raccontavano è stata un’esperienza importante. Fondamentale per noi

sicuramente, visto che il nostro percorso come negozianti ci ha fatto buttare nel cassonetto i vecchi libri di

psicologia dei venditori e ci ha fatto abbracciare invece la narrazione di chi e cosa c’è dietro ogni singolo

prodotto che trovate sui nostri scaffali. Fioretti Brera nasce da un terreno e una passione, la terra era di

proprietà della famiglia di Emanuela e la passione era di Paolo. “Noi ci proviamo, al massimo ce lo berremo

a casa” hanno pensato, ma il loro provare non è stato un provare senza impegno, al contrario. Avevano le

idee ben chiare: il vino doveva essere biologico, come anche i terreni che circondavano i loro vigneti,

cosicché non ci potesse essere il rischio di contaminazioni; inoltre i solfiti aggiunti al vino dovevano essere il

minimo indispensabile.

Appena arrivati in azienda ci hanno portato oltre la collina a vedere la vigna del loro primo vino, ma anche il

più pregiato, ovvero il Rigo 23, un Montepulciano in purezza che si chiama così perché i filari che

compongono il vigneto sono appunto 23. Questo vino è un Conero DOCG Riserva, ed ha vinto numerosi

premi ed è stato definito dal Gambero Rosso “un piccolo capolavoro”. Visto che l’inizio è andato così bene,

perché non andare avanti? E da lì non si sono più fermati.


Nella cantina abbiamo potuto vedere poi tutti i sistemi di maturazione del vino, come le botti di acciaio e le

giare, ma anche molte bottiglie, che già conoscevamo bene, visto che lo stile delle etichette è

inconfondibile. Il nome di ogni vino ha una storia, d’altronde dare un nome a un vino è come darlo a un

figlio. Tra i rossi oltre al Rigo 23 troviamo il Faustì, per esempio, anch’esso Montepulciano, e che prende il

nome da Fausto, il padre di Emanuela, che abbiamo avuto il grande piacere di conoscere. Poi ci sono i rosati

e i bianchi, quindi l’Alba, l’Arghilos e il Sankara. Ma non ci si ferma qui, perché quando c’è la passione ci

sono anche i progetti, e abbiamo avuto il privilegio di assaggiarne ben due.

In cantiere infatti ci sono due vini, un bianco e un rosso, che hanno ben definito vini “vivi” perché sono

senza solfiti aggiunti. I solfiti danno una stabilità al vino, senza i solfiti il vino “vive”, cambia, si modifica, ed

è una bella sfida per i produttori quella di creare un prodotto così, per quanto già nei vini di Emanuela e

Paolo i solfiti fossero davvero pochi, tanto da non dare fastidio a chi non li sopporta, parola dei nostri

clienti!



Insomma, abbiamo trovato due persone appassionate e di rara gentilezza, che fanno le cose con il cuore e

che hanno creato qualcosa che va oltre. Questo è importante da sottolineare: aziende come Fioretti Brera

fanno bene anche alla comunità in cui vivono. È di questa fortuna che parlavamo all’inizio, quella di avere

nella nostra città qualcuno che si preoccupa di coltivare in biologico, e di far sì che intorno al proprio campo

venga usata la stessa accortezza. Di non usare sostanze chimiche che poi respiriamo sia noi che i nostri figli.

Che stanno addirittura sperimentando l’allevamento dei lombrichi per produrre concime totalmente

naturale e fertilizzare con quello le loro vigne come si fa in biodinamica, creando un circolo virtuoso e

sostenibile.

Se volete sostenere l’azienda Fioretti Brera e farvi anche un regalo, trovate tutti i vini nei negozi

Biologicamente e (spoiler!) presto ci sarà anche la possibilità di gustarli in cantina... seguiteci, vi terremo aggiornati




Alessia Tornatola
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Biscottificio Guerra

Biscottificio Guerra

Se non siete mai stati a Mercatello sul Metauro, vi consigliamo di farvi una bella passeggiata nel suo bellissimo centro storico. Riuscireste a pensare che uno dei biscottifici più innovativi e intraprendenti nel settore del Bio e Vegan possa nascere proprio qui, in un comune così piccolo, pieno di storia e, di conseguenza, molto legato alla sua tradizione? In teoria no, in pratica... non avete conosciuto la famiglia Guerra!

La squadra è capitanata da Antonio, docente di pasticceria, maestro di fama internazionale e specializzato nel campo della pasticceria a base vegetale. Lui è l’anima dell’azienda, l’ideatore di tutte le ricette e colui che si occupa di tutte le preparazioni più complesse, facendo avanti e indietro tra Mercatello e Rimini, dove insegna pasticceria in una scuola di alta formazione.

Prima di lui però abbiamo conosciuto suo figlio, Ario, un ragazzo giovanissimo ma con una grandissima professionalità e passione, che ci ha saputo trasmettere i valori dell’azienda dimostrandosi sempre disponibile e competente.

Appena entrati nel laboratorio abbiamo poi avuto il piacere di conoscere il fratello di Antonio, e anche suo braccio destro nella preparazione dei prodotti, e suo figlio Lucio, responsabile del magazzino. Una famiglia appassionata e molto determinata, che non possono fare altro che creare grandi prodotti, come quelli che potete trovare nel nostri negozio.

Gli ingredienti hanno un solo prerequisito, l’altissima qualità, come per esempio le farine, per quanto possibile marchigiane, come per esempio quella di farro monococco a cui tengono moltissimo perché povera di glutine e ricca di fibre, che è della Prometeo. Se leggete le etichette dei loro prodotti, vi renderete conto che sono le migliori che potete trovare al momento nel reparto forno dolce e salato, con pochissimi zuccheri e pochissimi grassi saturi. Questo è stato reso possibile anche grazie alla collaborazione con la nutrizionista Michela de Petris, medico chirurgo specializzata in alimentazione vegetale.

Inoltre, le farine sono tutte integrali, spesso con poco glutine o addirittura prive di glutine, come anche le farine di legumi.

L’olio privilegiato è quello extravergine di oliva, usano molto la frutta secca e i semi, dolcificano più che altro con lo zucchero di cocco e si divertono ad utilizzare i cosiddetti superfood e le proteine vegetali. Sono sempre in sperimentazione e quando la curiosità si mescola con la competenza, il gioco è fatto!

Venite a provare le crostate, i biscotti, i crackers e tutti i fantastici prodotti del Biscottificio Guerra nei negozi Biologicamente, e capirete di cosa stiamo parlando.

Vi aspettiamo!



Alessia Tornatola
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COOPERATIVA AGRICOLA  GINO GIROLOMONI

COOPERATIVA AGRICOLA GINO GIROLOMONI

Ormai si sa, c'è bio e bio, e quando compriamo Girolomoni abbiamo la garanzia di mettere a tavola un bio di altissima qualità. Sì, perché a discapito di chi dice di “non credere alla certificazione biologica” come se fosse una religione, essa nella realtà delle cose garantisce un metodo di coltivazione e di produzione senza l’utilizzo di determinati prodotti chimici, il rispetto per l'ambiente e il rispetto delle persone che lavorano in tutte le fasi realizzazione di un prodotto. E questi, nella fase di scelta dei nostri acquisti quotidiani, sono aspetti a cui non possiamo più permetterci di rinunciare. Ci sono cose, però, che la certificazione bio non è tenuta a garantire. Per esempio, che i campi in cui si coltivano le materie prime siano a km e km dai centri abitati e dalle strade trafficate, immersi nel verde delle nostre colline.

Che la produzione si svolga in una struttura in legno, che guarda alla sostenibilità e al rispetto dell'ambiente circostante, integrandosi con esso. Che si lavori con materie prime autoprodotte e che tutto, dalla lavorazione della materia prima al pacchetto finito, venga fatto nello stesso stabilimento, per garantire un risparmio che poi viene calcolato nel prezzo al consumatore, ma non solo, per garantire il completo controllo della filiera. Inoltre, la certificazione bio non garantisce nemmeno che il produttore privilegi i negozi del proprio territorio considerandoli parte integrante di quella filiera che si traduce a quel punto in filiera corta, proprio perché si conclude dentro il medesimo territorio.

Ecco, tutto questo, e molto di più, è quello che fa per esempio la Cooperativa Agricola Gino Girolomoni, una di quelle aziende che fa il bio, sì, ma di qualità. La Cooperativa nasce dal sogno di Gino Girolomoni di restituire "dignità alla terra" e proprio per questo il percorso suo e della sua famiglia non è stato semplice, anzi. Quello che è importante sapere è che il successo che oggi ha la Cooperativa deriva da una lunga strada fatta di coerenza, e solo chi non scende a compromessi con se stesso riesce a seminare attorno a sé piante che daranno frutti. Due di questi frutti sono stati senz'altro i figli di Gino Girolomoni, che con amore e devozione portano avanti l'azienda del padre, continuando ad abitare nel monastero in cui hanno passato l'infanzia, per non dimenticare ciò che hanno vissuto e imparato, vivendo a stretto contatto con la Terra che i genitori hanno insegnato loro ad amare. Immagino che vi chiederete perché vivano in un monastero, e voglio darvi una risposta perché credo che sia un punto fondamentale. Infatti Gino e sua moglie Tullia, guidata dagli stessi valori e figura importante perché sostenne e accompagnò Gino in ogni sua avventura, decisero di ristrutturare il Monastero di Montebello e di andarci a vivere, perché fosse il simbolo della rinascita contadina. Lì hanno invitato centinaia di persone e hanno tessuto rapporti con molti intellettuali, facendo entrare tra le mura della loro casa poesia, letteratura, cinema, musica e filosofia.

La cultura, per loro, era importante tanto quanto mangiare, ed è attorno a quel Monastero che oggi troviamo i campi della cooperativa e il pastificio, tutto in armonia e parte del territorio circostante. Proprio i figli di Gino e Tullia, cresciuti in questo clima così denso e ricco, hanno realizzato il sogno di chiudere la filiera costruendo il molino e collegandolo direttamente al pastificio. Anche loro come il padre hanno fatto la storia, perché quello di cui stiamo parlando è il primo e ad oggi l'unico molino e l'unico pastificio in Europa a trattare solo ed esclusivamente grano biologico. Queste sono le aziende su cui noi di Biologicamente puntiamo, a cui ci affidiamo e per cui spendiamo una parola in più in negozio quando i nostri clienti ci chiedono un consiglio su quale pasta comprare. Aziende come queste danno aggiungono un grande valore al nostro lavoro e rendono prezioso il tempo che gli dedichiamo. Per questo vi invitiamo caldamente a vederlo con i vostri occhi, ad andare a trovare la Cooperativa, visto che hanno anche un meraviglioso agriturismo dove potete passare una domenica rilassante o un fine settimana immersi nel verde delle nostre splendide colline marchigiane. Ne vale davvero la pena e siamo sicuri che, dopo aver letto il nostro racconto, sentirete anche voi quell’energia che abbiamo sentito noi nel camminare tra quei campi.


Alessia Tornatola
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